TESI - cap. 4.01 Introduzione
Il laetrile, altrimenti chiamato vitamina B17 o amigdalina, è un agente chemioterapico naturale che si trova in quantità variabili in oltre 1.200 piante e in particolar modo nei semi (gherigli) di Prunus Armeniaca (albicocca), Prunus Amiygdalus (Mandorla, varietà amara), Prunus Avium (ciliegia), Prunus Domestica (susina), Prunus Persica (pesca), Prunus Spinosa (prugna) e Malpighia Punicifolia (acerola). Anche i semi delle mele e dell’uva, il miglio, le fave (Vicia Faba), molte bacche, il grano saraceno, la manioca o cassava (Manihot Esculenta), i germogli di bambù ( da usarsi però solo come prevenzione e non in caso di cancro conclamato-vedi oltre), le noci di macadamia e molti legumi e semi contengono laetrile.
Nel 1950 il Laetrile venne per la prima volta isolato nei semi di albicocca dal dr. Ernest T. Krebs, che ebbe il merito di scoprire anche la vitamina B 15, o acido pangamico, un’altra importante vitamina utile nel trattamento dei disturbi del sistema circolatorio.
Il laetrile è un glucoside con un radicale cianidrico altamente bio-accessibile. Ciò significa che penetra facilmente all’interno della membrana cellulare raggiungendo alte concentrazioni intracellulari. Tale caratteristica è particolarmente utile nella prevenzione e cura del cancro, perché sfrutta il diverso metabolismo delle cellule tumorali rispetto alle cellule sane dell’organismo. Le cellule neoplastiche infatti proliferano in regime anaerobico, in grande carenza di ossigeno, e presentano un’elevata concentrazione di betaglucosidasi, con assenza dell’enzima rodanese. Esse pertanto assorbendo il laetrile lo decompongono per idrolisi in glucosio e in due potenti veleni: cianuro (acido cianidrico) e benzaldeide, che ne causano la morte selettiva. Le cellule sane invece sono normo-ossigenate, vivono in regime aerobico e sono ricche dell’enzima rodanese, tramite il quale convertono rapidamente il laetrile in acido benzoico e tiocianati, elementi non tossici ed anzi utili!
Secondo uno studio durato 5 anni, dal 1972 al 1977, effettuato dal giapponese dr Kanematsu Sugiura, ricercatore-capo presso lo Sloan-Kettering’s laboratory (USA), la betaglucosidasi, che ha la capacità di scindere il laetrile in cianuro e benzaldeide, si trova nelle cellule dei tumori allo stomaco, mammella, esofago, utero e mesentere in concentrazioni da 1000 a 3.600 volte maggiori rispetto a quelle sane, in totale assenza dell’enzima rodanese. Il risultato dell’assunzione di una massiccia dose di laetrile-vitamina B17 è quello di una potente “chemioterapia naturale” mirata esclusivamente alle cellule tumorali e completamente innocua per le cellule sane.
Il laetrile inoltre mentre viene scomposto nell’ambiente metabolicamente alterato delle cellule cancerogene, dà origine anche ad un prodotto simile all’acido acetilsalicilico (aspirina) che svolge un potente effetto analgesico direttamente in loco, cioè all’interno del tumore, rendendo nella maggior parte dei casi possibile la soppressione delle terapie palliative di controllo del dolore, o in ogni caso consentendo almeno una drastica riduzione dei dosaggi. La benzaldeide stessa è un potente analgesico naturale, oltre che un agente anticancro.
Madre Natura ha messo gratuitamente a nostra disposizione, già pronto e funzionante all’interno delle nostre cellule, un meccanismo di cura e protezione che i più blasonati e sovvenzionati laboratori di ricerca delle case farmaceutiche di mezzo mondo si sono da decenni inutilmente sforzati di trovare!
Vero è che tale meraviglioso meccanismo non è brevettabile e quindi non è sfruttabile economicamente…Anzi l’adozione e divulgazione di un metodo di cura basato sulla vitamina B17, rendendo inutili e sorpassate la maggior parte delle tossiche e pochissimo efficaci chemioterapie (vedi allegato 2 : “Percentuali di sopravvivenza di pazienti oncologici sottoposti a chemioterapia”), causerebbe un danno ingentissimo alle finanze delle case farmaceutiche valutato, in una statistica del 1998, in 80 mila miliardi di lire dell’epoca all’anno – pari a 41 miliardi di Euro non rivalutati- per le sole cure chemioterapiche, radioterapiche ed ospedaliere solo in Italia (vedi “Kancropoli-la mafia del cancro” – Alberto R. Mondini. (1)).
Il motivo per cui il laetrile non è finora entrato a pieno diritto nei protocolli di cura di medici e ospedali è tutto qui: l’ingente danno economico che causerebbe all’industria farmaceutica mondiale. Il costo giornaliero di una terapia preventiva a base di laetrile non sarebbe superiore a quello di una tazzina di caffè. Se globalmente pubblicizzata e adottata su scala generale, una terapia profilattica basata sul laetrile porterebbe ad una drastica riduzione (o addirittura alla totale scomparsa) del problema del cancro. Secondo il dr Krebs l’assunzione preventiva di 7/12 mandorle di albicocca al giorno, ripartite in due dosi, mattino e sera, rendono impossibile il manifestarsi del cancro.
Numerosi studiosi in tutto il mondo hanno confermato la validità del laetrile per la cura e prevenzione del cancro.
Fra gli altri si possono citare il dr Kanematsu Sugiura, ricercatore-capo negli anni 70 presso lo Sloan-Kettering’s laboratory (USA), il dr. Dean Burk, direttore nel 1946 della sezione di citochimica dell’Istituto Nazionale di Ricerca sul cancro (USA), il dr Hans Nieper in Germania Occidentale, direttore del dipartimento di medicina del Silbersee Hospital di Hannover, il dr. N.R. Bouziane, già direttore dei laboratori di ricerca presso il St. Jeanne Hospital di Montreal (Canada), il dr. Manuel Navarro, professore durante gli anni 70 in medicina e chirurgia presso la Santo Tomas University di Manila (Filippine), il dr Ernesto Contreras, che ha utilizzato per più di 30 anni il laetrile per curare i suoi pazienti presso la Good Samaritan Cancer Clinic (oggi “Oasis Hospital) a Tijuana, in Messico, il professor Ettore Guidetti, della Scuola Medica dell’Università di Torino (durante gli anni 50), il professor Joseph H. Maisin senior, direttore dell’Istituto di Ricerca sul Cancro dell’Università di Lovain, in Belgio, e Presidente Emerito della Lega Internazionale Contro il Cancro, etc.
Come si vede sono tutti studiosi di primo livello che da ogni parte del mondo, con studi ed esperienze indipendenti, nell’arco di più di 50 anni hanno attestato l’efficacia del laetrile. Chi fosse interessato ad approfondire la conoscenza sui loro studi può consultare il sito: http://www.1cure4cancer.com/index.html, link “ scientific facts”.
Al contrario la F.D.A. (Food and Drugs Administration), che vive e prospera sulla base degli ingenti finanziamenti delle case farmaceutiche, ha fatto di tutto per discreditare e impedire l’uso del laetrile, fino a giungere a proibirne la prescrizione e di fatto anche la vendita sul suolo americano. Tutto ciò senza aver ufficialmente effettuato alcuna prova clinica, dato che “…non vi è accettabile evidenza di effetti terapeutici tali da giustificare un test clinico” (Ref Press release, HEW/FDA, Sept. 1, 1971, ref. WWC, pp 44) disconoscendo così il risultato di studi ed esperienze cliniche effettuate in tutto il mondo, e giungendo fino a proibire ulteriori test sul laetrile negli USA. Come dire che chi sa di mentire ha tutto l’interesse a che non si vada ulteriormente ad indagare sulla verità…
Anche lo Sloan- Kettering, patrocinante del citato ponderoso studio del dr. Kanematsu Sugiura, pur riconoscendo implicitamente la validità del metodo di cura con l’amigdalina, preferì seguire una politica di mero interesse economico stabilendo che “Lo Sloan-Kettering non ha interesse alcuno verso lo sviluppo di studi basati su amigdalina, ma propone di studiare chemioterapici che abbiano simili meccanismi di rilascio selettivo di ioni cianuro su cellule cancerose” (Sloan-Kettering, verbali del 2 luglio 1974). Come dire che pur riconoscendo la validità del’amigdalina, tanto da volerne imitare il meccanismo d’azione tramite agenti artificiali e chimici (chemioterapici), non aveva nulla da guadagnare a continuare dei costosi studi su un prodotto naturale non brevettabile, non prescrivibile, economico e alla portata di tutti (vedi Nota *2).
Tuttavia, nonostante i suoi sforzi la FDA non è riuscita a far dichiarare “illegale” l’uso e il consumo del laetrile-vitamina B17 o amigdalina che dir si voglia, in quanto sostanza naturale presente in molti alimenti d’uso comune. Non può però essere usato come “medicina”, non si possono dichiarare o attestare le sue proprietà terapeutiche in etichetta (un po’ come è avvenuto in Europa per i prodotti naturali, omeopatici e di erboristeria: vengono sì venduti in farmacia, ma è proibito indicarne in etichetta l’efficacia terapeutica, il dosaggio e le modalità d’assunzione), non può essere rimborsato dal servizio sanitario nazionale o dalle assicurazioni private, e i medici possono prescrivere il laetrile ai propri pazienti soltanto dopo aver compilato un modulo da trasmettere obbligatoriamente alla FDA in cui attestano di assumersi direttamente la responsabilità per l’uso di un prodotto non approvato. Inoltre le assicurazioni sui danni da errore medico non rispondono in caso di prodotti non omologati e la American Medical Association (AMA) considera la prescrizione di laetrile come una “violazione delle politiche della corporazione medica”, passibile quindi di procedimento disciplinare.
Il laetrile (amigdaline-vitamina B17) quindi può essere liberamente venduto, ma di fatto non può essere prescritto o consigliato. Inoltre i drugstore negli Usa per legge non possono vendere contemporaneamente nello stesso negozio il laetrile e libri o pubblicazioni che ne attestino l’efficacia, incontrando quindi forti difficoltà nella vendita del prodotto, che come ricordiamo non può nemmeno essere adeguatamente etichettato (vedi Nota *3).
In Italia la situazione è diversa, anche se non molto migliore: dato che il laetrile è scarsamente conosciuto, non risulta che fino ad oggi sia stata intrapresa alcuna azione per limitarne l’uso, ma per lo stesso motivo è difficile da trovare e non è omologato in nessun protocollo. Alla fine, negli USA come in Italia, l’unica possibilità praticabile è quella di ordinarlo via internet (sotto forma di pastiglie o fiale per iniezione, indispensabili in caso di cancro conclamato), o assumerlo direttamente attraverso gli alimenti che ne sono ricchi, pratica adeguata ad un’efficace azione profilattica nei confronti del cancro, ma non sempre sufficiente in caso di malattia già in atto.