TESI - cap. 5.06 Dove trovare l’ascorbato di potassio
L’ascorbato di potassio si può trovare nelle migliori farmacie ed è venduto senza ricetta, come prodotto galenico.
In genere si deve ordinare con mezza giornata di anticipo (d’altra parte anche per 3 scatole di antibiotico ti fanno “ripassare nel pomeriggio”!), ma per fortuna oggi grazie alla Fondazione Pantellini l’ascorbato di K è sempre più conosciuto ed è molto più facile da trovare rispetto a solo dieci anni fa.
La migliore confezione si presenta sotto forma di bustine monodose, metà con 300 mg di bicarbonato di potassio e l’altra metà con 150 mg di acido ascorbico. Basta miscelare il contenuto delle due bustine in un quarto di bicchiere d’acqua, mescolare leggermente, attendere che finisca l’effervescenza e bere il prodotto. Le bustine sono formate da un triplice accoppiato carta-alluminio-politene, saldate ermeticamente, che consentono una protezione molto efficace dall’umidità e dalla luce, a cui entrambi i componenti sono sensibili. Il tempo di conservazione, anche a temperatura ambientale, è comunque lungo.
Un altro tipo di confezione è prodotto dalla ditta Studio 3 Farma di Torre di Mosto – Venezia, e distribuito dalla CSM Omeopatici di Feletto U. (Udine).
Il nome del prodotto è “Ascòrbik” e contiene 100 bustine da 300 mg di bicarbonato di K, al costo di 17 euro.
Manca la vitamina C, che bisogna comperare separatamente, per esempio acquistando, sempre in farmacia, la confezione da 100 gr di acido ascorbico in polvere della Polichimica di Bologna, che costa 5,90 euro, o meglio la confezione da 1 Kg che costa 43 euro (N.B. questi dati risalgono al 2006. Attualmente – marzo 2018 – si può trovare vitamina C/acido L-ascorbico di ottima qualità acquistando su internet, per esempio presso www.greensistem.it ( https://www.greensistem.it/home-page/prodotti-chimici-integratori/products.1.1.2.sp.uw ) a € 16,50 al kg (il prezzo migliore che ho finora trovato), oppure su www.mondospezie.it ( https://www.mondospezie.it/index.php?cPath=268_83&fs_c[]=83&fs_ps=&fs_dt=list&fs_page=1 ) a € 28,49 al kg, oppure in buste da 25 gr presso www.produzioneintegratori.it ( https://www.produzioneintegratori.it/Integratori/Vitamina_C_Polvere.html ) a €11,90 per mezzo kg, o su altri siti che potrete facilmente trovare voi stessi. Si miscela circa un quarto di cucchiaino da caffè di acido ascorbico col contenuto di una bustina di bicarbonato di K da 300 mg in un po’ d’acqua. Si beve quando smette di “mussare” (cioè quando termina l’effervescenza), preferibilmente a stomaco vuoto.
Dato che la quantità di acido ascorbico contenuta in un quarto di cucchiaino è di circa 0.6 / 0,8 grammi, vale a dire largamente superiore al quantitativo necessario alla formazione dell’ascorbato di K partendo dal bicarbonato di K, con questo metodo si ottiene anche lo scopo di aumentare l’assunzione della vitamina C, con effetto fortemente benefico sulla salute in generale, rafforzando anche l’azione di prevenzione nei confronti del cancro (Q e P).
In alternativa si può acquistare una seconda confezione prodotta dalla stessa casa farmaceutica, con 100 bustine da 150 mg di acido ascorbico, al medesimo prezzo di 17 euro, e miscelare una bustina di bicarbonato di K con una bustina di acido ascorbico: soluzione forse più pratica, ma a mio parere non altrettanto valida della precedente e certamente più costosa.
Ascorbato di Potassio della Truffini e Reggé
(Foto Giuseppe Limido)
Un altro tipo di confezione presenta bustine singole, sempre in triplice accoppiato carta-alluminio-politene saldato ermeticamente, ciascuna con una “caramella” che contiene entrambi i componenti, più additivi, edulcoranti ed aggreganti. Si possono far sciogliere in un po’ d’acqua oppure direttamente in bocca, dove sviluppano una gradevole effervescenza. Certamente costituiscono un modo di assunzione più pratico, specialmente se si è in viaggio, anche se in linea di principio è sempre meglio usare il prodotto puro e senza altri ingredienti.
Inoltre la presenza di saccarosio (= zucchero) va contro il principio, strenuamente sostenuto da molti studiosi di diete anticancro, che affermano che gli zuccheri vanno completamente eliminati nei pazienti oncologici (Gerson e Alix fra i più importanti, ma praticamente anche tutti gli altri). Comunque la quantità di saccarosio presente è minima, e forse può perfino servire a veicolare più rapidamente l’ascorbato all’interno delle cellule cancerose, che per l’appunto sono avide di zuccheri, con un’azione che ricorda un po’quella del miele nel frullato d’aloe di Padre Romano Zago.
D’altro canto anche la Fondazione Pantellini stessa oggi consiglia di addizionare all’ascorbato di K il ribosio, che alla fin fine è uno zucchero (monosaccaride) anch’esso.
Ben più grave è però l’assurda presenza dei pericolosi grassi idrogenati negli eccipienti (vedi nota N°11 al cap. 6 della mia tesi, a pag. 219 del formato digitale), che ci fanno oggi raccomandare di ridurre al minimo indispensabile (se non eliminare del tutto) l’assunzione di questo pur comodissimo prodotto.
Questa presentazione “in caramelle” si chiama “Ascorbato K” ed è prodotta dalla Truffini & Reggé Farmaceutici srl di Milano. Il costo è di 5,16 Euro per 40 compresse, prezzo del 2007, ma anche nel 2002 il costo era uguale.
Ogni compressa contiene solo 180 mg di acido ascorbico e 102 mg di potassio, per cui è consigliabile assumere una compressa al giorno come prevenzione (invece che a giorni alterni) oppure due compresse a giorni alterni, e 5 compresse al giorno come cura.
La Fondazione Pantellini sconsiglia invece l’uso di capsule in gelatina sia con un solo componente che con entrambi già miscelati, perché la gelatina non fornisce una sufficiente protezione dall’umidità e dalla luce.
Secondo me però il problema non si pone se le capsule sono contenute nelle solite confezioni farmaceutiche a blisters, assolutamente impermeabili all’umidità ed ai gas atmosferici, e sono conservate all’interno della propria scatola e al buio nell’armadietto dei medicinali. D’altra parte le case farmaceutiche vendono così confezionate e senza tanti problemi mentali le pastiglie di vitamina C, che dei due componenti è quello più sensibile alla luce.
Esiste poi anche la possibilità di miscelarsi da soli la vitamina C e il bicarbonato di potassio in polvere, che sono venduti in farmacia in barattoli da 100 gr o più, prodotti ad esempio dalla Polichimica di Bologna a costi piuttosto bassi: 5,90 euro per 100gr., 43 euro per 1 kg di acido ascorbico, 6 euro per 100 gr di bicarbonato di potassio.
La Fondazione Pantellini, probabilmente per comprensibili motivi di prudenza, sconsiglia “vivamente” di usare questi prodotti in polvere e in barattolo, perché le frequenti aperture e chiusure non garantirebbero una sufficiente protezione dall’umidità atmosferica e dalla luce, con conseguente possibilità di deperimento.
Pur essendo d’accordo in via di principio, io non starei tanto a fasciarmi la testa ancor prima di romperla: sono anni che uso la vitamina C in barattolo, acquistando perfino le confezioni da 1 kg che: 1)sono molto convenienti, specialmente rispetto al costo della vitamina C in pastiglie, che ha prezzi esorbitanti e non giustificati dalle spese di produzione industriale (e per rendersene conto basta andare a vedere cosa costa al quintale la vitamina C venduta come conservante alle industrie alimentari) e : 2) ci evitano di assumere un’overdose di zuccheri o peggio ancora di dolcificanti artificiali, entrambi dannosi alla salute (16), specialmente se si seguono le direttive di Robert F. Cathcart, Linus Pauling, Irwin Stone (P e Q) e Alberto Mondini (12 e 1) e si assumono da 4 a 10 gr di vitamina C al giorno.
In tutto questo tempo, salvo pochi casi iniziali subito rientrati dopo aver adottato una corretta procedura di utilizzo, non ho mai notato alcuna alterazione del prodotto, neanche dopo mesi dall’apertura dei barattoli. Per il bicarbonato di potassio, dove comunque uso flaconi da 100 gr perché ne consumo molto meno, vale la stessa osservazione. La cosa importante è quella di tenere i barattoli al buio quando non si usano, di chiuderli subito bene e di usare cucchiaini ben asciutti per prelevare i prodotti, che altrimenti iniziano effettivamente ad ingiallire, segno sicuro di alterazione. Finché però i prodotti si presentano come una polvere bianca ed asciutta e non aggregata, e finché danno origine ad una buona effervescenza quando vengono mescolati in acqua, si può star certi che di alterazioni non ce ne sono state.
D’altro canto il primo paziente di Pantellini, proprio quell’orefice di Firenze con un cancro allo stomaco diagnosticato dalla medicina ufficiale come “incurabile”, usava il bicarbonato di potassio in polvere che aggiungeva estemporaneamente a cucchiaini al succo di limone, senza alcuna precauzione e perfino con zucchero, ed è guarito lo stesso completamente!
Come Naturopati ( o anche se fossimo dei veri “Baroni” della Medicina) non potremmo mai sperare di ottenere niente di meglio.