TESI - cap. 6.05 Betacarotene
Il beta-carotene è chimicamente correlato alla vitamina A. In effetti esso consiste in due molecole di vitamina A legate assieme. Quando il corpo ha bisogno di vitamina A, gli enzimi intestinali scindono in due il beta-carotene. Tutta la vitamina A presente nella nostra dieta deriva da fonti animali, tutto il beta carotene da fonti vegetali.
Sia la vitamina A (retinolo) e i suoi analoghi (retinoidi) che il beta carotene e i suoi analoghi (carotenoidi) giocano un ruolo molto attivo nella prevenzione e nella cura delle forme di cancro alle cellule epiteliali, che da sole costituiscono il 90% di tutti i cancri e sono anche quelle più diffuse. Sono cancri epiteliali quelli alla pelle, alla bocca, all’esofago, allo stomaco, ai polmoni, alle ghiandole mammarie, alla cervice, alla vescica, al colon, al retto etc. Il beta carotene e i carotenoidi sono però di gran lunga più efficaci della vitamina A e anche di molti altri agenti anti-tumorali.
Negli anni ’60 le dottoresse Leonida Santamaria e Amalia Bianchi svolsero numerosi studi su animali che dimostrarono che il beta carotene è in grado di ritardare l’apparire di tumori artificialmente indotti e di rallentare la crescita dei tumori già in atto. Uno studio sui tumori al fegato dimostrò che la vitamina A è in grado di ridurre del 60% l’apparizione dei tumori al fegato, il Glutatione causa una riduzione dell’80%, la vitamina C, il Selenio e l’Acido Urico considerati individualmente causano una riduzione dell’87% ciascuno, mentre il beta carotene inibisce TOTALMENTE lo sviluppo di tumori al fegato! (23).
Inoltre uno studio del 1982 dimostrò che quando il beta-carotene veniva aggiunto alla dieta di animali con un tumore già palpabile, la crescita di questo veniva rallentata e gli animali sopravvivevano più a lungo. Molti altri studi su esseri umani confermarono che i soggetti con un tasso più alto di beta-carotene sono molto meno esposti al cancro rispetto a coloro che hanno tassi normali o bassi. Più di venti studi diversi hanno dimostrato che una dieta ricca di vitamina A e di carotenoidi abbassa il rischio di cancro.
Uno studio condotto dall’Università di Harvard su soggetti anziani rilevò che i forti consumatori di frutti verdi e gialli e di verdure (prodotti ricchi di beta-carotene) vanno incontro ad un rischio sensibilmente inferiore di ammalarsi di cancro. Analogamente somministrazioni di beta-carotene sono in grado di far regredire e scomparire le lesioni pre-cancerose (leucoplachia) che caratterizzano la bocca di forti masticatori di tabacco o noce di Betel (vizio assai diffuso nel sub-continente indiano). Nei fumatori il beta carotene riduce il rischio di cancro ai polmoni, e in particolar modo del carcinoma a cellule a squame. Nelle donne alti livelli plasmatici di beta-carotene portano ad una riduzione dell’80% del rischio di sviluppare un cancro alla cervice.
Nel sistema immunitario i retinoidi producono un aumento delle cellule T-helper, mentre i carotenoidi causano un significativo aumento delle cellule Natural Killers (NK). Inoltre entrambi fortificano il sistema immunitario in generale (23).
POTERE ANTIOSSIDANTE DEL BETA-CAROTENE
Il beta-carotene si è quindi dimostrato un efficace agente anticancro, molto più attivo della vitamina A. Ciò è dovuto al fatto che esso è dotato di un forte potere antiossidante, azione che la vitamina A non possiede. Inoltre il beta-carotene è di molto superiore alla vitamina A anche per il fatto che può mutuare quest’ultima in ogni sua funzione, proprio perché in caso di bisogno il corpo può scinderlo in 2 molecole di vitamina A ( con l’eccezione dei diabetici, che incontrano difficoltà ad effettuare tale operazione) mentre non vale il contrario: non siamo in grado di formare una molecola di beta-carotene unendo due molecole di vitamina A.
Il beta-carotene agendo come antiossidante è in grado di disattivare due dei più pericolosi radicali liberi, considerati cancerogeni, che possono attaccare le nostre cellule: i radicali degli acidi grassi polinsaturi (vedi in questo lavoro la parte dedicata agli omega 3) e il radicale libero dell’ossigeno mono-atomico (singlet-oxigen free radical), che è uno dei più pericolosi radicali dell’ossigeno libero, che si forma durante i normali processi metabolici e durante l’esposizione ai raggi solari (ultravioletti) o all’ozono. I radicali dell’ossigeno libero sono un primario fattore scatenante nella fase iniziale del cancro.
Il nostro corpo è in grado di produrre enzimi per neutralizzare la maggior parte dei radicali liberi, ma non abbiamo sviluppato alcun sistema di difesa nei confronti del radicale libero dell’ossigeno mono-atomico.
Il beta carotene è per noi così importante proprio perché ad oggi è la sola sostanza conosciuta che sia in grado di neutralizzare questo pericolosissimo radicale libero.
Il metabolismo dei tumori genera un tremendo ammontare di radicali liberi dell’ossigeno, tanto che le due ricercatrici italiane Leonida Santamaria e Amalia Bianchi hanno teorizzato che anche la completa asportazione di un tumore e di eventuali linfonodi potrebbe non risolvere la situazione, anche se non ci sono metastasi in corso, (fatto spesso tristemente confermato dalla realtà), perché i danni sui tessuti circostanti causati dai radicali liberi dell’ossigeno prodotti dal primo tumore possono aver già indotto una mutazione genetica che porterà alla formazione di un secondo tumore primario ( che sarebbe quindi meglio chiamare semi-primario). Le due dottoresse proposero una terapia di “saturazione” con beta-carotene da mettere in atto dopo gli interventi chirurgici, con o senza chemioterapia, che si dimostrò in grado di prevenire le ricadute anche in casi considerati ormai senza speranza (23). (Ci si domanda perchè la medicina accademica non abbia sino ad oggi tenuto nella giusta considerazione questi importanti studi, includendo nei protocolli dei trattamenti post-operatori e post-chemioterapeutici anche massicce dosi di beta-carotene e carotenoidi. In realtà i pazienti operati e chemiotrattati vengono dimessi dall’ospedale “e morta là”. Quando prima o poi si ripresentano, vengono nuovamente trattati “con successo” e quindi nuovamente trascurati…fino alla fine!).
L’ovvia conclusione è che il beta-carotene costituisce un forte presidio nei confronti del cancro.
Norman I. Krinsky della scuola di Medicina dell’Università di Tufts (Boston, USA) dopo aver condotto estensivi studi sul beta-carotene è giunto a conclusioni analoghe: “Le implicazioni sono ovvie: i carotenoidi risultano essere un importantissimo e atossico agente chemiopreventivo nella guerra contro il cancro nell’uomo”. Inoltre esso gioca anche un ruolo attivo quando la malattia è già in atto.
DOSAGGI, TOSSICITA’ ED EFFETTI COLLATERALI.
Alti dosaggi di vitamina A possono essere pericolosi, provocando danni al fegato e in caso estremo perfino la morte. Gli effetti collaterali di un iperdosaggio di carotenoidi invece danno origine soltanto ad una condizione che viene definita “carotenosi” e che comporta unicamente l’assunzione di un colorito giallastro/aranciato della cute (pel di carota). Tale condizione non è pericolosa ed è reversibile diminuendo la dose di carotenoidi assunti. Si distingue facilmente dall’itterizia perché la sclerotica degli occhi rimane bianca, mentre nell’itterizia diventa gialla.
Tra l’altro i carotenoidi sono utilizzati come additivo colorante giallo-arancio dalle industrie alimentari, sotto la sigla E 160.
Una dieta ricca di vegetali e frutta gialla può apportare grandi quantitativi di carotenoidi. La seguente tabella mostra i contenuti dei cibi più ricchi di carotenoidi (13) :
Tipo di cibo – 100 gr. di
prodotto fresco
Micro-grammi equivalenti
di vitamina A
Carote
12.000
Prezzemolo
7.000
Spinaci
6.000
Cime di rapa
6.000
Germogli verdi
4.000
Patate dolci
4.000
Crescione
3.000
Broccoli
2.500
Meloni-cantalupe
2.000
Indivia
2.000
Zucca
1500
Albicocche
1.500
Lattuga
1.000
Prugne
1.000
Pomodori
600
Cavoli
500
Pesche
500
Asparagi
500
La vitamina A si trova invece nei prodotti animali. I contenuti medi sono i seguenti (M):
Tipo di cibo – 100 gr. di
prodotto fresco
Unità Internazionali
di vitamina A
Olio di fegato di merluzzo
85.000
Fegato di bue
15.400
Burro e margarina (*)
3.300
Panna
125
1 uovo
80/140
Latte vaccino
75
(*) La margarina è un prodotto assolutamente da evitare, perché ricco di grassi “trans” e idrogenati, molto pericolosi per la salute ed in ultima analisi anche cancerogeni). Vedi parte di questo lavoro dedicata agli omega 3.
Per facilitare la comprensione si specifica la seguente relazione fra beta-carotene, carotenoidi e vitamina A:
1 RE (retinolo equivalente) = 1 microgrammo di retinolo
= 6 microgrammi di beta-carotene
= 12 microgrammi di altri precursori del carotene
= 3,33 IU di attività della vit. A dal retinolo
= 10 IU di attività della vitamina A dal beta-carotene.
Per esempio 70,5 mg di beta-carotene (la dose giornaliera raccomandata dalla medicina ortomolecolare, che vale per 39.000 IU (E)) corrispondono a 38.700 IU, secondo il seguente calcolo:
mg 70,5 x 1.000 = 70.500 mcg ;
70.500 mcg : 6 = 11.750 RE ;
11.750 RE x 3,33 = 38.700 IU
(1 mg = 1 millesimo di grammo; 1 mcg = 1 milionesimo di grammo).
IU sta per Unità Internazionali ed è una misura fissata tenendo conto dell’attività biologica di un prodotto, per permettere di valutare facilmente l’efficacia di prodotti diversi ma che hanno un effetto simile nell’organismo, come appunto la vitamina A e il beta-carotene.
I carotenoidi e la vitamina A sono distrutti dalle alte temperature, dalla luce e dall’ossigeno, specialmente se in presenza di tracce di rame e di ferro.
Una bollitura in acqua per 60 minuti porta ad una perdita del 40% del contenuto di vitamine.
Una frittura di 15 minuti fa perdere il 70%.
La surgelazione e l’iscatolamento fa perdere il 20%.
L’essiccazione controllata fa perdere il 20%.
L’essiccazione al sole causa una perdita totale.
In commercio esistono capsule di beta-carotene in vario dosaggio, ma bisogna fare attenzione alla provenienza del contenuto, evitando di utilizzare beta-carotene di sintesi industriale, che secondo alcune fonti non ha alcuna efficacia preventiva o curativa nei confronti del cancro e addirittura ad alti dosaggi può peggiorare la situazione, aumentando i rischi (H e 21). Tutto ciò ad ulteriore dimostrazione dell’incontestabile superiorità e completezza dei prodotti naturali rispetto a quelli industriali, e dei rimedi naturali rispetto ai farmaci di sintesi (“Natura Medicatrix!”).
Quasi tutto il beta-carotene di sintesi (da evitare perchè dannoso) proviene da un’azienda del Texas, appartenente al gruppo chimico DSM ( Koninklijke DSM N.V., or Royal DSM N.V.). Esistono però delle case farmaceutiche in Spagna (Vitatene) e in Australia (Acquacarotene Limited) che producono beta-carotene derivandolo da prodotti naturali (Blakeslea Trispora , un fungo dal quale si ricava anche il licopene, il potente antiossidante del pomodoro, e l’alga Dunaliella Salina, entrambi assai ricchi di beta-carotene).
Quand’anche di origine naturale, perché il beta-carotene si dimostri efficace deve accompagnarsi sempre ad altri carotenoidi, come avviene in natura (di nuovo: “Natura Medicatrix!”). Da solo è ben poco attivo.
Il mio consiglio è di bere almeno 200 cc al giorno di succo di carota ricavato fresco tramite centrifugazione, più il succo di 2 o 3 limoni e quello di altre verdure di stagione (= almeno 24.000 mcg-equivalenti di vitamina A, corrispondenti ad almeno 80.000 IU circa soltanto per il succo di carota, che naturalmente è ricco sia di beta-carotene che di carotenoidi, e quindi “naturalmente” assai efficace).
Da 500 gr. di carote biologiche fresche si riescono a ricavare mediamente 325 cc di succo, anche utilizzando una vecchia e consunta centrifuga per frutta e verdura (esperimenti da me effettuati). Con un modello di centrifuga più moderno o meglio ancora con una pressa Norwalk 270 Ultimate Juicer (vedi Nota *3), consigliata dai centri Gerson, probabilmente si otterrebbe almeno un 10/20% di succo in più. Fra l’altro Gerson sconsigliava l’uso delle centrifughe, ritenendo che le presse fossero in grado di meglio spremer fuori tutti i composti dei vegetali, evidentemente anche quelli racchiusi in cellette che una centrifuga è solo parzialmente in grado di estrarre.
Un dosaggio tipico usato nelle cliniche che prevedono un approccio nutrizionale per la cura del cancro prevede la somministrazione di 150.000 IU di betacarotene al giorno ai pazienti oncologici, ovvero 2 capsule da 25.000 IU (naturali e da carotenoidi) per ognuno dei 3 pasti.
Una valida integrazione in funzione preventiva per il cancro prevede la somministrazione di 75.000 IU al giorno. Una dose di 150.000 IU può causare sporadiche manifestazioni di carotenosi, che scompaiono quando si riduce la dose a 75.000 IU.
I forti fumatori dovrebbero senz’altro assumere 150.000 IU al giorno, per prevenire il cancro alla bocca, alla laringe e ai polmoni. Che essi non abbiano paura di diventare gialli, visto che già non temono di ingiallire per la nicotina!
Inoltre è meglio essere un po’ giallognoli da vivi che bei bianchi e cerulei sul letto di morte (si può sempre dire che ci si è abbronzati, e infatti alcuni prodotti venduti come “abbronzanti” contengono parecchio beta-carotene, in realtà cercando di spacciare una pur benvenuta carotenosi per un’ abbronzatura alla moda).