TESI - cap. 8.05 Note
*1) – Una buona scelta sono dei concentrati di frutta e di verdura in pastiglie (Juice-Plus) addizionati di vitamine, minerali, micro-alghe e fermenti lattici. Hanno il pregio di essere di derivazione almeno parzialmente naturale e di apportare all’organismo tutti gli elementi, conosciuti e ancora sconosciuti, presenti nella frutta e verdura (niente può sostituire i prodotti vegetali freschi, ma dato che la nostra dieta ne è sempre cronicamente carente non è sbagliato procedere almeno con un’integrazione aggiuntiva). Manca però il selenio, che va assunto a parte (le quantità che pure sono naturalmente presenti nei concentrati di frutta e verdura sono assai scarse e largamente insufficienti al nostro scopo). Inoltre il Juice Plus purtroppo non è venduto in farmacia ma per averlo occorre sottoscrivere un abbonamento che prevede invii automatici e trimestrali per posta, che se da un lato hanno il pregio di “costringerci” a seguire una cura regolare, dall’altro risultano fastidiosi perché limitano un po’ la nostra libertà personale. Per il resto è uno dei migliori prodotti che sono riuscito a trovare. Si acquista su internet (www.juiceplus.it).
*2) – Per le modalità d’uso del cloruro di magnesio vedere in bibliografia al punto 18bis) – Limido Giuseppe – “Il Cloruro di Magnesio-Presentazione e raccolta di articoli”, al tomo di questo lavoro riguardante l’Aloe.
*3) – Il modo di praticare correttamente un clistere di caffè è descritto nel libro di Charlotte Gerson “La terapia Gerson”, Macro edizioni, capitolo 13.
Anche al seguente link si può visionare il modo di praticate clisteri casalinghi, con caffè o altre sostanze curative:
http://www.mednat.org/cure_natur/idrocolon_clistere_cas.htm , consultabile anche cliccando sulla seguente icona:
*4) – Papalagi: l’uomo bianco con i suoi curiosi e a volte incomprensibili usi e costumi come visto a inizio secolo XX da un indigeno delle isole Samoa. Un potente spunto di riflessione! Vedere links e oggetti package G e H in bibliografia al capitolo “Cancro e fumo” di questo lavoro.
*5) – Un eccellente sito dove trascorrere un felice periodo di rigenerazione salutare è il CENTRO DI MEDICINA NATURALE BUCHWEIZENBERG Jean Claude Alix, Buchweizenberg 32, 42699 Solingen-Ohligs–tel. 0049-0212-6500300 – email: alix-naturheilzentrum@web.de – www.alix-naturheilzentrum.de .
Jean Claude Alix parla anche francese e tedesco e ha scritto, fra gli altri innumerevoli libri, l’ottimo “Un futuro senza cancro”- Macro edizioni, fortunatamente tradotto anche in italiano, che ogni persona interessata al problema dovrebbe assolutamente leggere.
*6) – Agli amici drogati (quanti ne ho già persi, purtroppo! Con rimpianto, perché qualcuno era puro e profondo, e non è riuscito a sottostare alle ipocrisie cui la Vita, “questo gioco di fantasmi”, ci costringe quasi giornalmente…) non dirò di smettere, soluzione banale e assai poco realistica da seguire, ma almeno di fare il possibile per volgersi a pratiche magari un po’ meno gratificanti dal punto di vista strettamente fisiologico ma assai meno invasive e meno dannose.
L’uso e anche l’abuso di cannabinoidi può in questo caso svolgere un ruolo di “prestatore di ultima istanza” consentendo almeno di sopravvivere col minor danno possibile. Non sto affermando che la cannabis non abbia controindicazioni o non presenti rischi anche rilevanti, ma stiamo realisticamente prendendo atto che in alcune situazioni essa costituisce il male minore. Ragione vieppiù vera se si fanno propri anche i consigli d’uso riportati sul sito www.medicalcannabis.it , che a scopo medico indica il modo di utilizzare la cannabis minimizzandone gli effetti negativi e massimizzandone l’efficacia assoluta (la cannabis infatti in alcune patologie può rivelarsi un farmaco assai utile e a volte addirittura insostituibile).
Sia di stimolo agli interessati il fatto che, adottando i principi e la metodologie suggerite dagli esperti medici del sito, non solo si riducono drasticamente i danni ai polmoni, ma si permette anche un positivo sfruttamento, maggiorato di circa il 30% , dei principi attivi, con tutto ciò che ne consegue. L’unico pegno da pagare è l’adozione di una diversa metodologia di assunzione, con la rottura quindi di quel rituale che riconosciutamente gioca un ruolo tanto importante nel mantenimento delle dipendenze.
Che quindi il volonteroso di turno, se ancora illuminato dal desiderio di riscatto e comunque attratto dalla possibilità di sfruttare appieno le doti dell’amato vegetale, possa qui cogliere l’occasione offerta dalla rottura di un consolidato rituale per poter godere di uno sprazzo di serena e libera riflessione… traendone la determinazione e la forza per poter forse cambiare in meglio anche le proprie abitudini (vedi Nota *3 al capitolo “Cancro e Fumo” di questo lavoro).
(Non si tratta di utopia! Conosco il caso concreto di persone che sono riuscite a smettere di drogarsi in modo pesante aiutandosi anche con la cannabis – e dando ovviamente anche nuove motivazioni valide alla propria vita – riducendo in seguito le dosi in modo progressivo fino a raggiungere una situazione di equilibrio non troppo lontana dalla normalità.
Il segreto del successo sta nella pratica dell’aurea “via di mezzo”, seguendo una Via difficile sì, ma possibile e percorribile, lasciando le insostenibili decisioni drastiche agli eroi che, come la Storia insegna, spesso soccombono sul campo di battaglia).
Esistono situazioni però che sono purtroppo tanto avanzate e ormai tanto deteriorate da non lasciar spazio d’azione nemmeno alle migliori intenzioni ed alla più strenua forza di volontà: chi decide allora non è più il soggetto, ma sono la dipendenza e la droga stessa, che arrivano a governare la vita e i comportamenti in modo totale e dispotico. In questi casi è bene sapere che esiste comunque una via d’uscita: bastano 2 o al massimo 3 trattamenti, da effettuare sotto controllo medico, con una sostanza completamente naturale contenuta nella radice e nella corteccia di una pianta africana per liberarsi per sempre dalla dipendenza fisica e per compiere anche un enorme passo in avanti lungo il cammino dell’autoconsapevolezza, ponendo una base formidabile per la liberazione anche dalla dipendenza psicologica dalla droga. Tale sostanza è l’Ibogaina, principio attivo della Tabernanthe Iboga, pianta usata sin dai tempi più remoti dai Mitsogho, una tribù africana originaria di una regione che oggi appartiene al Gabon. Essi la somministrano agli adolescenti durante il rito iniziatico che apre le porte all’età adulta, permettendo di far loro vivere un’intensa esperienza interiore in grado di far cambiare in senso positivo il concetto di se stessi e della propria vita.
L’Ibogaina è un alcaloide allucinogeno appartenente alla famiglia degli indoli, in grado di permettere alla psiche di mettersi in diretta comunicazione con l’Io Profondo. Diversamente da altre droghe che gratificano solamente i sensi del piacere, l’Ibogaina stimola ai massimi livelli la consapevolezza e la coscienza, permettendo una profonda auto-analisi ed il superamento dei propri blocchi emotivi. L’esperienza risulta talmente profonda e determinante che ben raramente i soggetti sentono il bisogno di rifarla una seconda volta nella vita (i tossicodipendenti invece, a causa della loro condizione, potrebbero aver bisogno di 2 o 3 applicazioni).
Un importantissimo effetto “collaterale” dell’Ibogaina è che essa riequilibra anche il funzionamento di tutto il chimismo cerebrale, come in una sorta di gigantesco “reset” che permette di liberarsi in un sol colpo di tutte le dipendenze che avevano creato assuefazione.
L’Ibogaina non crea dipendenza e in tutto il mondo non è considerata una sostanza illecita (tranne che in USA, Danimarca, Belgio e Svizzera), ma è posta in libera vendita come pianta medicinale usabile (a basso dosaggio) anche nei casi di astenia ed esaurimento nervoso.
In Italia NON appare nell’elenco delle sostanze stupefacenti e psicotrope di cui al DPR n. 309/90 e Decreto 23/9/04 che ha disposto l’attuazione della Direttiva 2003/101/CE, risultando a tutti gli effetti (sicuramente nel 2004 e per quel che mi consta anche oggi) consentita ed in libera vendita in farmacia, dove però non è facile da trovare ad alti dosaggi (dato che le normative possono cambiare, invito gli interessati ad assumere informazioni in merito alla liceità dell’ibogaina prima di farne uso. Non si assumono responsabilità per usi impropri effettuati senza controllo medico).
A chi fosse interessato consiglio di leggere l’eccezionale libro di Fiamma Ferraro “Attacco alla droga” – Blu International Studio Edizioni, dove vengono riportati gli indirizzi dei centri medici dove si praticano i trattamenti con l’Ibogaina (costo medio da 500 a 3.000 euro, secondo la durata, e soprattutto secondo la necessità o meno di una collaterale terapia di preparazione psicologica o psichiatrica) e gli indirizzi internet dove eventualmente acquistare direttamente il prodotto (vedi allegato riportato al termine di questa nota).
Voglio precisare che in linea di principio è assolutamente sconsigliabile eseguire il trattamento senza l’assistenza di personale specializzato, che possa facilitare e guidare l’esperienza (anche i Mitsogho durante il rito iniziatico vengono assistiti dallo sciamano e dai propri genitori), massimizzando i risultati positivi e aiutando a superare i pochi ma potenzialmente fastidiosi effetti collaterali. D’altro canto, visto che in genere è necessario sottoporsi all’esperienza una sola volta nella vita, vale sicuramente la pena di investire tutto il denaro necessario per ottenere da essa il meglio, in piena sicurezza.
Per i drogati disperati invece, ormai quasi giunti al capolinea e troppo scombinati ed indigenti per desiderare o anche solo potersi permettere un trattamento medico, vale senz’altro la pena di investire una parte del denaro riservata all’acquisto della droga per farsi mandare via internet un paio di dosi di Ibogaina, considerando il fatto che si tratta pur sempre di un allucinogeno e che può se non altro valer per loro la pena di provare l’emozione di una sostanza diversa. I rischi che correranno durante l’auto-somministrazione solitaria saranno in ogni caso inferiori a quelli che già corrono ogni volta che assumono una dose di droga, oltretutto impura e non titolata, acquistata illegalmente sul mercato clandestino, regalandosi in tal modo anche l’opportunità di potersi liberare dal peso di un vizio che ormai ha ben poco da poter offrire.
L’Ibogaina a dosaggio opportunamente ridotto e assunta sotto controllo medico è in grado di liberare anche dalle più pesanti dipendenze da nicotina ed è quindi consigliabile anche a quei fumatori incalliti che “hanno provato di tutto” per smettere di fumare, senza riuscirci. Se avranno coraggio, questa volta veramente le sigarette diverranno per loro soltanto un lontano ricordo …
Chi è interessato ad effettuare un trattamento con l’Ibogaina può trovare indirizzi e siti web utili nel seguente allegato:
*7) – Ognuno intimamente conosce le proprie necessità in fatto di sonno. Secondo i principi dell’oligoterapia: “manganese”, attivo di giorno e iperattivo alla sera, andrà a letto tardi e se potrà si leverà tardi, sentendosi stanco finché rimarrà a letto ma pieno di energia una volta in piedi; “manganese-rame” alla sera sarà stanco e andrà a letto presto, per poi alzarsi riposato e per tempo al mattino; “manganese cobalto” stanco ma in preda all’ansia “insonne molcerà le plume” fino a cadere addormentato esausto (cosa comunque che non gli impedirà di risvegliarsi continuamente) ed ancora più stanco, ma spinto dal nervosismo, lascerà il letto al mattino; “oro-argento-rame” sempre stanchissimo piomberà a letto presto, soffrendo poi alternativamente di letargia o di insonnia totale ma ritrovandosi in ogni caso parimenti disfatto e senza energie al mattino. Dovrà quindi racimolare tutta la sua scarsa forza per lasciare il letto e poter iniziare a ciondolare stancamente attorno tutto il giorno… In effetti chi segue un programma di vita salutare non si troverà mai in queste penose condizioni!
*8) – Dai tempi di Semmelweis (1818-1865 – vedi allegato package), ed ovviamente anche da molto prima, la classe medica accademica è sempre stata assai restia ad accogliere nuove idee e ad ammettere i propri errori, anche davanti alla più palese evidenza. Riporto qui di seguito un articolo apparso su “Andromeda” che cita alcuni dei brillanti ricercatori “eretici” che sono stati osteggiati e spesso perseguitati dai colleghi e dallo stolido (o semplicemente corrotto) establishment medico ad essi contemporaneo, alcuni fino ad essere condotti alla pazzia e perfino alla morte, altri essendo imprigionati o semplicemente radiati dall’ordine e banditi dalla scena, senza più alcuna possibilità di esercitare la professione o di pubblicare le proprie ricerche sulle riviste scientifiche. Hamer, Di Bella, Bonifacio, Ryfe, Gerson, Gorgùn, Hoxsey, Zora, Nacci… Stiamo parlando di scienziati contemporanei, alcuni tuttora viventi, e non dei tempi dell’Inquisizione o di quelli di Semmelweis!
http://it.wikipedia.org/wiki/Ign%C3%A1c_F%C3%BCl%C3%B6p_Semmelweis Vita e storia di Ignác Fülöp Semmelweis, consultabile anche cliccando sulla seguente icona:
LA MEDICINA NON È UNA SCIENZA. È L’ARTE DI SANARE. PER QUESTO, IN MEDICINA, CONTANO SOLO I RISULTATI (Andromeda – N° 49).