TESI - cap. 8.06 Conclusioni
I casi di cancro sono in aumento. Nei Paesi civilizzati in media una persona su 3 prima o poi si trova a dover fronteggiare questo male e nonostante il susseguirsi delle campagne di prevenzione la tendenza in atto ci fa presagire che presto sarà una persona su due ad ammalarsi.
Risorse immense vengono dilapidate nel tentativo di trovare una cura valida, ma a dispetto dei frequenti annunci trionfalistici delle case farmaceutiche o degli Istituti di ricerca, il tasso di successo delle cure resta scandalosamente basso.
Solo la chirurgia se precocemente applicata sembrerebbe efficace, contraddicendo apparentemente l’illustre affermazione di Ippocrate: ” Il Cancro non si cura con il ferro del chirurgo, ma con la dieta vegetariana e le erbe mediche…”
Alla lunga però i fatti tornano a dar ragione al grande medico padre della medicina occidentale, perché quasi sempre chi è già stato operato di cancro prima o poi ricade nello stesso problema, a meno che non apporti al proprio stile di vita tutta una serie di importanti cambiamenti, in primo luogo riguardanti proprio la dieta, che permettano all’ organismo di superare le cause profonde che l’hanno condotto al cancro.
C’è qualcosa di fondamentalmente sbagliato nell’approccio della medicina ufficiale al problema. Non si spiegherebbero altrimenti i costanti fallimenti delle terapie moderne, nonostante i decenni di studi e le immense risorse messe a disposizione della ricerca.
Forse il punto centrale è che il cancro NON è una “malattia”, ma è l’espressione ultima di uno stato di deterioramento profondo delle condizioni generali dell’organismo. Inseguire la guarigione pretendendo di eliminare soltanto la manifestazione locale del male (le cellule cancerose), senza curarsi delle vere cause che l’hanno generato e che costantemente lo alimentano, sarebbe come affannarsi a sterminare i nugoli di mosche che entrano in casa senza far niente per eliminare il letamaio posto nel cortile posteriore.
Il cancro non è in sé e per sé una malattia, perché la possibilità che le cellule hanno di degenerare nella fermentazione (cioè di divenire cancerose, vedi Nota *2 nel capitolo riguardante l’ascorbato di potassio) fa già parte del disegno della Natura, è stata largamente prevista sin dall’inizio ed è strutturalmente e geneticamente collegata, direi quasi parallela, al nostro metabolismo basato sull’ossigeno.
In una persona, anche se sana, ogni giorno innumerevoli cellule degenerano e vengono facilmente eliminate.
Quello che la medicina ufficiale non tiene nella dovuta considerazione è che indistintamente “tutti noi abbiamo il cancro” (vedi Nota *5 nel capitolo “Prodotti ed alimenti naturali con proprietà anticancro”). Ammalati o sani che possiamo essere, nei nostri tessuti si nascondono innumerevoli micro-tumori, che si formano e vengono distrutti ogni giorno. Alcuni però invece di scomparire persistono per anni, a volte addirittura per tutta la vita. La fondamentale differenza fra chi si salva e chi soccombe è che un organismo mediamente sano riesce a mantenere il controllo, al malato invece la situazione sfugge di mano e il tumore inizia a crescere e a moltiplicarsi, perché il corpo non ha la forza di applicare efficacemente i numerosi meccanismi di difesa di cui pure dispone.
Non è eliminando artificialmente le cellule cancerose, con le quali siamo abituati a convivere da sempre e nei cui confronti saremmo ben dotati di validissime difese, che la medicina può trovare una via d’uscita dal labirinto del cancro.
Al contrario il fatto di massacrare le difese immunitarie tramite le radioterapie e i potenti veleni delle chemioterapie, che lasciano un segno indelebile nell’organismo e inesorabilmente continuano a far danni anche a distanza di anni (“si può guarire dal cancro, ma non dalla chemio” sostiene il dr. Nacci), significa gettare ulteriore benzina sul fuoco che sta da tempo consumando un “terreno” tanto devastato e depauperato da aver già una volta permesso la manifestazione del male. Agendo in questo modo dissennato ci si illude di poter forse vincere qualche battaglia, ma si finisce certamente per perdere la guerra.
Un corpo sano è perfettamente in grado di difendersi dal cancro da sé. Se la diffusione del cancro è in continua espansione, significa soltanto che le condizioni di salute generali dell’uomo medio sono in continuo deterioramento e che al di là delle apparenze il suo “terreno” interno è sempre più impoverito e malato, tanto da non consentire alle sue difese di funzionare correttamente.
La soluzione al problema va cercata attraverso la bonifica dell’ambiente interno e il risanamento del terreno. In parole povere occorre riconquistare un vero stato di salute e di benessere generale, rimuovendo gli ostacoli che impediscono un corretto funzionamento di tutto il sistema, difese immunitarie comprese, e fornendo all’organismo tutti gli elementi necessari alla sua piena efficienza. Un fisico che abbia ritrovato la sua perfetta efficienza naturale non soltanto non svilupperà mai il cancro o altre malattie degenerative, ma sarà in condizione di mantenere sotto controllo e anche di eliminare eventuali problemi già in corso (“Natura Medicatrix!”).
La medicina accademica, troppo concentrata sull’uso dei farmaci sintomatici a causa della sudditanza di cui soffre nei confronti di una sempre più invasiva industria farmaceutica, si dimostra impotente davanti al dilagare di malattie cronico degenerative quali l’Alzheimer, il Parkison, l’artrosi, le malattie cardiache, la sclerosi multipla…. e, last-but-not-least, il cancro.
L’attuale classe medica e tutto il corpo scientifico di ricerca, che si sono formati in un ambiente universitario repressivo nei confronti di nuove idee, intriso di vecchie concezioni e affascinato dai finanziamenti dell’industria farmaceutica, non hanno né la forza né la possibilità di concepire o tanto meno di sviluppare un nuovo approccio alla malattia e nuovi metodi di cura rivoluzionari.
“In campo scientifico occorrono sessant’anni, e non trenta, affinché una nuova rivoluzionaria concezione si consolidi e prenda piede. Bisogna che muoiano non solo gli anziani professori, ma anche i loro studenti.” – Max Plank (1858-1947).
Attendendo la soluzione noi faremmo in tempo a morire prima di loro!
Le poche menti veramente brillanti (vedi Nota *8), che contro il proprio interesse e mettendo a rischio la propria carriera hanno eroicamente tentato una via nuova cercando di introdurre metodi efficaci e rivoluzionari, sono state sistematicamente ridicolizzate, represse, perseguitate e ben presto ridotte all’impotenza e all’isolamento sociale e culturale da parte di un ordine professionale servo del denaro che ha dimenticato e forse ormai rinnegato gli eterni principi del Giuramento di Ippocrate.
Soltanto la Naturopatia, se saprà mantenere l’indipendenza, la purezza di pensiero e il collegamento con la Natura che ancora oggi stanno alla base del suo agire, potrà efficacemente indicarci la Via e i metodi per tornare in armonia col nostro Essere Spirituale e col nostro organismo biologico, permettendoci di ritornare alla sorgente di quel Benessere e di quello stato di Salute Naturale, oggi quasi introvabile, che caratterizzavano quei tempi antichi in cui un male come il cancro era praticamente sconosciuto.
“Questa è la causa della miseria del nostro tempo: tutta la vostra scienza è fondata su falsità.
Non le opinioni della persona, ma le guarigioni che compie fanno il medico.” (Paracelso).