Marina, la “Madre Teresa” di Namwera.

Uno degli scopi del mio viaggio in Malawi e in Zambia nel novembre 2018 era quello di meglio conoscere l’attività di Marina Zanotti, di cui avevo molto sentito parlare e che anzi avevo già incontrato precedentemente, durante le mie visite del 2010 e del 2014. Soltanto mi sembrava impossibile che Marina da sola fosse in grado di svolgere tutta quell’attività e quel lavoro che le attribuivano, e quindi ho deciso di passare qualche giorno con lei a Namwera (Malawi), per meglio rendermi conto della situazione accompagnandola nelle sue visite nei vari sperduti villaggi della zona.

Il mio scopo ultimo era quello di inserire Marina nel programma di sostegno della WAF (https://www.wafonlus.it/ ), la piccola onlus di cui sono consigliere, che si occupa di assistenza ai bisognosi, in special modo bambini. Ma prima di prendermi la responsabilità di proporre l’invio di soldi, o tanto o pochi che fossero,  da buon economista, come ho sempre fatto e come sempre farò,  volevo controllare di persona che gli aiuti andassero a buon fine e fossero impiegati bene, perché si sa che in Africa spesso succede il contrario. Devo dire che in questo campo la realtà ha superato tutte le mie aspettative.

Marina è un’infermiera, e anni fa ha ben pensato di aiutare i malati di AIDS, che in Malawi purtroppo sono molto numerosi e praticamente abbandonati a se stessi, con conseguenze immaginabili. Bisogna anche dire che negli anni 90, quando Marina ha iniziato la sua attività, ancora non esistevano cure efficaci e si moriva di AIDS in Italia come in Malawi. Con la differenza che in Malawi si moriva (e si muore tuttora) senza assistenza e fra sofferenze ancor più atroci che nei nostri ospedali. Così è partita praticamente da sola, e si è messa a girare per i villaggi per portar aiuto ai più derelitti, superando mille difficoltà, non solo economiche e di ordine pratico, ma anche di ordine culturale, perché la zona di Namwera è abitata da una particolare etnia (gli Anchoi, di religione musulmana) assai restia alla collaborazione con gli “azungo” (uomini bianchi), tanto più se animati da un puro spirito cristiano. Gli incidenti di percorso non sono mancati… Ma tutto questo viene meglio spiegato nella relazione qua sotto riportata.

In più di venti anni di attività Marina è riuscita a far breccia nella dura mentalità della popolazione Anchoi, arrivando perfino a fondare un’associazione di diritto Malawiano che viene interamente condotta da volontari locali, a differenza delle numerose attività delle varie onlus o organizzazioni religiose straniere, che si basano in prevalenza su personale di razza bianca o almeno su soggetti che appartengono ad una certa congregazione e con precise finalità loro (vedi sacerdoti neri).

La TIYENDE-PAMODZI-NGO, che significa “camminiamo insieme”, è invece basata interamente sull’opera volontaria di gente del luogo, in genere ex ammalati di AIDS che Marina è riuscita a riportare ad una vita normale tramite le cure oggi disponibili. Fatto ancora più stupefacente, si tratta di gente analfabeta, poverissima, e che parla soltanto una lingua propria, diversa perfino dal chichewa che si parla comunemente in Malawi. Da qualche anno questa associazione ha iniziato ad occuparsi anche di bimbi disabili, particolarmente presenti in zona a causa delle costanti condizioni di denutrizione, che dà origine a nascite problematiche di bimbi deformi o cerebrolesi, che in mancanza di cure poi restano handicappati per tutta la vita, anche se in molti casi potrebbero essere salvati tramite un aiuto tempestivo. Aiuto che Marina ora cerca di dare a chi può, in base anche agli scarsi mezzi di cui dispone.

Sono tornato dalla visita a Marina completamente convinto della bontà e necessità della sua opera, proponendomi di sponsorizzarla presso la WAF onlus, e ancor più decidendo di destinare io stesso una parte dei soldi che tutti gli anni verso in beneficienza al  sostegno della sua attività. Mai ho visto, nei miei pur numerosi viaggi come volontario, tanto lavoro svolto con simile efficacia, costanza ed abnegazione e con simili grandi risultati, pur in presenza di mezzi così sorprendentemente scarsi!

 

Relazione sulla Tiyende Pamodzi Ngo_Malawi 2018

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