Preparazione crema all’Aloe
INGREDIENTI:
– 150 gr cera d’api
– 350 gr gel integrale d’aloe fresca
– 450 cc olio (mandorle dolci o altro olio).
Oltre a ciò si potrebbe aggiungere qualche goccia di olio essenziale naturale (non di derivazione chimica!) in funzione di conservante, aromatizzante e scelto in modo da rafforzare le proprietà eudermiche e cicatrizzanti dell’aloe. Ognuno faccia i propri esperimenti, ma con cognizione e prudenza (l’olio essenziale di cannella, per esempio, può essere irritante sulla pelle, e va molto diluito, perchè se usato puro è vescicante).
Si può utilizzare anche la propoli, che si può facilmente trovare in tintura alcoolica. E’ molto disinfettante ed antimuffa, quindi un buon conservante naturale, e rinforza certamente l’azione dell’aloe in tutti i campi. Ha un odore caratteristico, un po’ da medicina, che deve piacere, ma il risultato è buono. Un paio di gocce per ogni vasetto di crema da 50 ml dovrebbero essere sufficienti, specialmente se la propoli è ad alta concentrazione (30% o più). Bisogna però tener conto del fatto che alcune persone possono manifestare reazioni allergiche o intolleranze alla propoli. La propoli infatti non è una sostanza singola, ma un insieme di elementi che le api rielaborano dopo averli bottinati in natura, e che possono variare molto a seconda della zona e della stagione di raccolta. Se qualcuno fosse allergico ad uno qualsiasi dei possibili componenti (per esempio alla resina di pino o alla cera resinosa presente sui germogli di pioppo), si potrebbe incorrere in qualche reazione nel caso in cui le api, per produrre la propoli in questione, avessero usato proprio tali prodotti.
Come base l’olio di mandorle dolci è una buona scelta, per le sue caratteristiche dermoprotettive e molto emollienti. Si trova ad un prezzo accettabile presso i negozi multietnici (9 € al litro) oppure in farmacia, prodotto dalla Farmalabor in qualità farmaceutica ed alimentare, con certificato di analisi, da 14 a 16 € al litro, dipende dalle farmacie (o a 11,05 € al litro più spedizione, presso la farmacia online www.petroneonline.com). Su internet si possono trovare anche offerte migliori (per es, olio di mandorle dolci pressato a freddo della Holifleur cosmesi, 4 bottiglie da un litro per 28 € più 7€ di spedizione, su E-Bay). Prezzi rilevati a novembre 2012.
Il gel si ottiene frullando le foglie fresche di Aloe e poi mettendo il ricavato in un sacchetto o straccio di stoffa (pulito!) e strizzandone fuori la parte liquida. E’ raccomandabile utilizzare dei guanti monouso, o almeno lavarsi ben bene le mani prima di effettuare questa operazione. Attenzione però che in questo caso è imperativo togliersi eventuali anelli (vero covo di batteri!) e disinfettare il dito. Occorre anche pulire e disinfettare bene sotto le unghie (altro luogo dove i germi pullulano e sguazzano alla grande…).
Come Aloe, la miglior qualità da usare sembra essere l’Arborescens, ma vanno bene anche l’aloe Chinensis e la Saponaria, o delle miscele di Arborescens, Chinensis e Saponaria; ugualmente utile è l’ “Aloe Vera Barbadensis”, quella prevalentemente usata dalla industrie farmaceutiche ed erboristiche. La nostra crema varierà leggermente di consistenza e colore a seconda dei tipi di aloe e di olio utilizzati. La raccomandazione è di fare sì i propri esperimenti, ma alla fine di cercare di standardizzare il procedimento usando sempre gli stessi ingredienti, per poter avere sempre gli stessi risultati.
Ovviamente le foglie vanno preventivamente pulite con un panno umido e mondate delle parti secche o danneggiate. Su dove trovare le foglie di aloe fresca, vedi a pag.69 della mia tesi (capitolo 2), scaricabile anche da: https://www.giuseppelimido.com/tesi/ .
Lasciando eventualmente il gel in frigo per una notte, la parte verde si separa da quella più trasparente e si potranno preparare 2 tipi di crema: quella verde più forte e più amara, quella trasparente (o verdina) più delicata e più simile alle creme che si comperano. Anche se a prima vista sembrerebbe il contrario, la crema verde non colora la pelle: se ben spalmata e fatta assorbire, cosa essenziale per l’efficacia di qualunque crema, non lascia alcun colore.
PROCEDIMENTO DI PREPARAZIONE.
E’ importante che l’olio sia caldino (40° circa) e la cera molto calda (80° circa), mentre il gel basta che sia a temperatura ambiente (ma non sotto i 18/20 gradi circa). Occorre avere una pentola stretta e alta, ottima quella per cuocere gli asparagi (spargiera). Si fa fondere la cera a bagnomaria in un pentolino a parte, lasciandola scaldare ben bene anche quando è già fusa (in modo che la temperatura salga a 80° o più). Poi si mette un mezzo bicchiere d’olio nella spargiera, ungendone ben bene l’interno, e facendola scaldare a bagnomaria in acqua bollente. Quando tutta la spargiera è ben calda, la posiamo sul tavolo e ci versiamo tutta la cera (in alternativa, possiamo anche far fondere la cera direttamente nella spargiera, e aggiugere l’olio dopo). Iniziamo quindi a frullare cera e olio con un frullatore ad immersione (tipo minipimer), che avremo avuto cura di scaldare (immergendolo brevemente in acqua bollente) e ungere ben bene con l’olio. Ciò serve a non farci aderire e raggrumare sopra la cera. Frullando si formerà una specie di maionese: a questo punto aggiungere un po’ancora di olio, e poi di gel d’aloe e olio e gel alternativamente, fino a terminare gli ingredienti. Si noterà che il gel tende a indurire la crema, l’olio a fluidificarla. Se si vuol mettere la propoli, aggiungere anche quella a metà del procedimento. Quando la crema assume un’ottima consistenza cremosa, è pronta. Se restasse troppo dura, aggiungere un po’ d’olio in più, assicurandosi anche che la temperatura non sia scesa troppo. Ovviamente non deve neanche salire troppo, la crema deve essere caldina ma non scottare! Se si scalda troppo, si rischia di perdere alcune delle proprietà dell’aloe, e inoltre si va incontro al rischio che poi la crema “faccia l’acqua”, cioè tenda a separarsi da una parte del gel. Bisogna cercare di stare grosso modo sotto i 50°, e terminare a non più di 40°/45°. Usare la spatola flessibile (lecca-pentole) per staccare di tanto in tanto la crema dalla parte superiore del minipimer. Durante la fase iniziale della preparazione la crema, raffreddandosi a causa dell’aggiunta del gel, tenderà ad aderire alle pareti della spargiera, che occorre allora immergere in acqua molto calda per 2 o 3 secondi (tenere una pentola con l’acqua calda pronta lì vicino). Togliere la pentola dall’acqua non appena la crema si stacca dalle pareti, altrimenti si rischia di scaldarla troppo. Se invece si tarda a fare questa operazione, si potrebbero formare dei grumi. Come detto, il controllo della temperatura è la parte più delicata dell’operazione. Verso la fine del procedimento, quando abbiamo usato circa tre quarti degli ingredienti e tutta la cera è già ben amalgamata all’olio e al gel e quindi non si rischia più la formazione di grumi, bisogna evitare di immergere ulteriormente la spargiera nell’acqua calda, per permettere che la crema cominci a raffreddarsi (se è ancora troppo calda quando poi si smette di frullare, potrebbe poi “fare l’acqua”!). Per staccare eventualmente la crema dalle pareti, a questo punto posso usare la spatola. Quando la crema è pronta, con una buona consistenza “cremosa” e alla giusta temperatura (l’esterno della spargiera è caldo-tiepido al tatto, lungi cioè dallo scottare, ma nemmeno troppo tiepidino, diciamo a 40° circa), si mette immediatamente nei vasetti, usando una mega-siringa ricavata dai tubi di silicone industriale, o una robusta siringa per le creme dei dolci (in mancanza, usare la spatola flessibile “lecca-pentole”). Bisogna essere un po’ svelti: se si aspettano anche solo pochi minuti, la crema raffreddandosi tende a solidificarsi e poi si fa fatica a metterla nei vasetti. I vasetti vanno “picchiati” a lungo contro una superficie dura, per far uscire eventuali bolle d’aria imprigionate, e per far scendere ben bene la crema.
Per raccogliere i residui sul fondo della pentola, usare la spatola flessibile “lecca-pentole”, con la quale riempiremo gli ultimi vasetti (che allora andranno picchiati particolarmente bene e a lungo, dato che all’interno si formeranno parecchie bolle d’aria). Il coperchio va messo quando la crema si è raffreddata, per evitare la formazione di condensa ed il conseguente rischio di apparizione di muffa (che come ben sappiamo, con l’umidità ci và a nozze).
Per pulire eventuali macchie di cera rappresa sui fornelli o sul lavandino, usare il fon dei capelli e carta asciuga tutto.
Non dimenticarsi di indicare la data e la composizione su ogni vasetto. Si possono anche ricavare delle etichette su carta adesiva stampate al computer.
POSSIBILI PROBLEMI
La crema è piena di piccoli grumi: si tratta di cera non ben amalgamata e poco emulsionata all’olio. C’è stato un calo di temperatura, probabilmente nella delicata fase iniziale. Forse la cera non era abbastanza calda, e l’olio o il gel troppo freddi, e la cera è precipitata in grumi prima che si emulsionasse. Un’altra causa del problema potrebbe essere ricercata nelle superfici troppo fredde o poco unte della spargiera o del minipimer: la cera vi aderisce e si raggruma. Oppure la crema ancora poco formata ha aderito alla spargiera, e invece di immergerla nell’acqua calda ho usato la spatola (all’inizio del procedimento) per raschiarla via.
La crema nei vasetti “fa l’acqua”: se noto della gocce d’ “acqua” quando apro i vasetti o quando uso la crema (in realtà si tratta di gel d’aloe), probabilmente ho scaldato troppo la crema, imbottigliandola ancora calda e troppo liquida. Oppure ho voluto mettere troppo gel d’aloe (più dei 350 gr consigliati). Oppure ho immerso la spargiera in acqua bollente alla fine del procedimento, invece di usare la spatola flessibile per staccare la crema dalle pareti.
Non riesco a riempire bene i vasetti: non sono stato abbastanza svelto a “imbottigliare”, e la crema si è raffreddata troppo, aumentando di consistenza. Oppure ho messo troppa cera, o viceversa poco olio, fatti che provocano lo stesso effetto: indurire la crema. Posso provare a mettere poca crema per volta nei vasetti, picchiandoli ogni volta molto energicamente.
N.B. Volendo una crema più fluida e morbida, posso aumentare la quantità d’olio, o diminuire la quantità di cera. Anche l’effetto sulla pelle sarà diverso (per esempio una maggior quantità di cera proteggerà la pelle fino a sera, specialmente in inverno, mentre più olio renderà la pelle più morbida).
PROPRIETA’
Eccellente crema da giorno e da notte, disinfiamma la pelle, antirughe, ringiovanente, cicatrizzante, restituente, guarisce screpolature, ragadi, scottature anche solari o da radiazioni (raggi gamma o raggi X, vedi cure radioterapiche), piccole ferite, chelomi, emorroidi, irritazioni ai genitali (sia maschili che femminili). Valida in caso di traumi e contusioni, aiuta molto nella psoriasi e nelle flebiti. Anallergica, ottima anche per prevenire e curare le irritazioni da pannolino nei lattanti. Validissima come dopo-barba, blandamente antimicotica, antibatterica…. Si può usare anche in bocca o sulle mucose, sia interne che esterne.
Dato che non contiene conservanti, è meglio tenerla al riparo della luce (che tende a farla scurire e invecchiare) e tenere i vasetti di scorta in frigo, tenendo fuori solo la quantità da usare entro un mese circa. In frigo si conserva anche per più di un anno, ma sarebbe meglio usarla fresca o possibilmente entro 3 o 6 mesi, perché logicamente più i prodotti sono freschi, e più sono efficaci (pensiamoci bene, quindi, prima di andare a comperare creme industriali che stanno per mesi e mesi sugli scaffali, e spesso prima della vendita ai supermercati sono anche state conservate a lungo nei silos in fabbrica!).
Come detto è importante massaggiare la crema fino a completo assorbimento da parte della pelle, per permettere un’azione profonda. Il vantaggio essenziale delle creme naturali è che usano olii naturali, che si possono scegliere in base alle loro caratteristiche e proprietà curative, ma che soprattutto penetrano attraverso l’epidermide. Le creme industriali invece, anche se molto costose, contengono sempre una base di paraffina o vaselina (derivati del petrolio che non hanno alcuna virtù curativa) che otturano la pelle e rendono difficoltosi gli scambi profondi, azzoppando l’efficacia dei componenti medicamentosi. Purtroppo questi oliacci sintetici non si alterano nel tempo e permettono una lunga vita commerciale del prodotto (inoltre costano pochissimo e non danno allergie, non ingialliscono, etc, vedi nota 11 al cap. 6 della mia tesi, a pag. 219), mentre gli olii naturali decadono rapidamente, creando costosi problemi di commercializzazione. Le creme industriali e i prodotti di bellezza poi (anche se di qualità farmaceutica) sono un cocktail di sostanze pericolose: agenti cancerogeni, distruttori endocrini, agenti mutageni, neurotossine e allergeni. Su circa 10.500 diversi ingredienti comunemente usati dall’industria, solo 1200 sono stati ad oggi compiutamente testati (di solito su animali, ma questo sarebbe ancora il minore dei mali). Alcuni composti quando invecchiano danno origine a nitrosamine (tipo la N-DEA), che sono in grado di passare attraverso la cute e sono tossiche per reni e fegato, oltre ad essere riconosciutamente cancerogene. Le “fragranze” (cioè tutti i profumi, anche quelli aggiunti alle creme o agli shampoo) sono a base di idrocarburi complessi che possono causare mal di testa, vertigini, eruzioni cutanee, asma, vomito, problemi respiratori, allergie e sensibilizzazioni incrociate. Non esiste nessuna normativa che imponga ai fabbricanti di profumi e fragranze di dichiarare le sostanze tossiche utilizzate. Ma non basta! Tra i conservanti dei prodotti di bellezza troviamo formaldeide, paraformaldeide, nitrofenoli, sali metallici… Meglio starne alla larga! Vedi in proposito l’allegato articolo di Charu Bahri, apparso sul N° 68 dell’ottima rivista Nexus, che consiglio a tutti di leggere abitualmente ( http://www.nexusedizioni.it/ ) : “La triste verità sui prodotti di bellezza, per la cura del corpo e l’igiene intima” – cliccare 2 volte sull’icona per aprire il file (vale solo se state leggendo la versione in Word. In PDF non funziona, ma l’articolo può essere comunque scaricato dal mio sito).
La triste verità sui prodotti di bellezza, per la cura del corpo e l’igiene intima
Quanto alla nostra buona crema, teniamola al riparo della luce e dal calore, e possibilmente in frigo quando non la stiamo usando: non contiene conservanti e antiossidanti chimici, e alcune componenti dell’aloe sono fotosensibili, annerendosi ed alterandosi se esposte per lungo tempo ad una luce intensa. Spesso i prodotti veramente naturali hanno una vita breve… Meglio comunque che la vita breve sia quella della crema, piuttosto che la nostra!
Costi (indicativi).
La cera d’api costa circa 6 € al kg (peso specifico 0,99, quindi 1 Kg = 1 litro ca) , l’olio di mandorle dolci da 9 € a 15,50 € al litro, l’Aloe Arborescens 5 € ogni 350 gr ca, più trasporto (Su dove trovare le foglie di aloe fresca, vedi a pag.69 della mia tesi – capitolo 2 – scaricabile anche da: https://www.giuseppelimido.com/tesi/ ). Calcolando 2 € di costo medio di trasporto per porzione (20 € di pacco celere diviso 10 porzioni), il costo è di 7 € ogni 350 gr di aloe, cioè 20 € ca al kg. Ipotizzando una resa di gel filtrato e pronto di più del 50% (varia un po’ secondo la stagione), il gel costa al massimo 40 € al kg (o al litro).
Cera:
0,150 kg x 6 € = 0,90 €
Olio di mandorle dolci:
0,450 l x 14,50€ = 6,52 €
Aloe:
0,350 kg x 40 € = 14,00 €
Totale 950 gr di crema (in pratica corrispondenti a pressoché 950 ml) = 21,50 € ca.
Calcolando un calo tecnico del 10 % (già abbondante, una volta che si è presa la mano), la crema costa 21,50 € : 0,950 ml + 10% = 24,89 al litro, cioè 1,25 € ca a vasetto da 50 ml, più il costo del vasetto e del cartellino (0,25 € circa per ordini di 500/1000 per volta) = 1,50 € a vasetto.
Mano d’opera gratis, ma bisogna calcolare 2 ore almeno fra preparare e soprattutto pulire tutto, più gas, acqua calda etc.
Un vasetto da 50 ml di cremaccia di bellezza (industrializzata ed additivata, piena zeppa di sostanze pericolose o quanto meno non adeguatamente testate) in farmacia costa da 15 a 20 €, e a volte anche di più ( a fronte di un costo reale di produzione in serie assai inferiore al nostro, ma questa è un’altra storia…).
Quanto alla miglior efficacia della nostra crema all’aloe rispetto ad ogni altra, ognuno potrà valutarla da sè.