TESI - cap. 1.01 Essiac – presentazione
“Il tuo Spirito
il mio Spirito,
possano unirsi per formare
uno Spirito Curativo.
Ci hai dato la bellezza,
ora chiediamo a Te di farci dono
del benessere.”
(preghiera dello sciamano-guaritore “Midewivan” del Popolo Ojibawa
prima della raccolta di un’ erba medicinale)
L’Essiac è un decotto di erbe con potenti proprietà disintossicanti, utilizzato fin dall’antichità dagli “uomini di medicina” degli indiani Ojibwa (o Ojibawa Ontario, Canada) per curare il cancro e molte altre malattie cronico-degenerative.
Remissioni complete di casi di cancro sono state documentate, fra gli altri, da Richard Thomas nel suo libro “The Essiac Report”, edito in Italia col titolo “Rapporto Caisse”, edizioni La Goliardica Pavese.
Notevoli miglioramenti sono stati ottenuti anche in casi altrimenti incurabili di sclerosi multipla, Parkinson, Alzheimer, nonché in malattie “minori” quali artrite, ulcera, emorroidi, cattiva circolazione, asma, psoriasi, prostata, diabete etc.
La sua efficacia è indubbia e i risultati non possono essere messi in discussione, anche perché viene utilizzato nel mondo occidentale sin dal 1922 e la relativa casistica è assai numerosa. A differenza dei medici, come Naturopati non possiamo inoltre trascurare la validità dell’esperienza derivata da un uso millenario di questo prodotto presso l’antico popolo degli Ojibwa.
Convinto sostenitore dell’uso dell’Essiac come valida terapia per il cancro è il Dr. Charles Aramo Brusch, uno dei medici più prestigiosi degli Stati Uniti, vincitore di numerosi premi e insignito da altrettante onorificenze (vedi la lunga lista nel citato Essiac Report), ma soprattutto medico curante personale del presidente John F. Kennedy. Sua è la seguente citazione:
Prof. Charles A. Brusch, (medico personale del Presidente Kennedy)
Il merito di aver “riscoperto” la formula dell’Essiac va attribuito alla capo infermiera professionale Renè Caisse, che nel 1924 curò un cancro in fase avanzata allo stomaco e al fegato che aveva colpito una zia prediletta, già data per spacciata dai medici del tempo, ottenendo in due mesi una completa guarigione. La zia visse per altri vent’anni e Caisse si convinse della validità della ricetta del decotto di erbe ottenuta da un “Midewivan” (uomo di Medicina) degli Ojibwa, tanto da dargli il proprio nome (Essiac è Caisse letto al contrario).
Nonostante le sua efficacia, l’Essiac non è diventato un rimedio ufficialmente riconosciuto e adottato dai servizi sanitari nazionali, come indubbiamente meriterebbe.
I motivi sono tristemente i soliti, comuni a numerose altre storie di soppressione avvenute in date anche recenti: non brevettabilità della cura, che in effetti consiste soltanto in un decotto di erbe, costo eccessivamente basso, che unitamente ad una grande facilità di reperimento degli ingredienti rende impossibile lo sfruttamento commerciale, eccessiva “semplicità” del metodo, che porta ad un incredulo scetticismo da parte della classe medica, costo spropositato dei test clinici e di laboratorio necessari ad un’omologazione ufficiale ( si parla di anni di prove e decine di milioni di €…) a fronte di un ritorno economico praticamente nullo, ostilità delle case farmaceutiche e dei laboratori di ricerca da esse stesse sovvenzionati, che vedrebbero crollare le vendite dei chemioterapici e così fortemente compromesso un business di decine (vedi centinaia) di miliardi di Euro.
Per conoscere la deprimente storia della persecuzione dell’Essiac rimando alla lettura del Rapporto Caisse.
Fortunatamente però nessuno è finora riuscito a far ritirare dal commercio o proibire l’uso dell’Essiac o dei suoi componenti, considerati rimedi naturali non necessari di omologazione e quindi di “uso sicuro” in quanto conosciuti da millenni. Resta aperta la possibilità di acquisto senza prescrizione medica (finchè dura! perché le leggi europee, dietro pressione delle potenti case farmaceutiche, stanno cercando di intervenire pesantemente anche in questo settore…) e, per il Naturopata, di utilizzo senza restrizioni per il “benessere del cliente”. E in effetti, in tutti i casi in cui guariscono dal cancro, i “clienti” si sentono indubbiamente meglio…