TESI - cap. 2.09 Stimolazione immunitaria da parte dell’Aloe
L’azione del sistema immunitario è essenziale per la guarigione e la difesa dal cancro. Nessun medico e nessun farmaco possono avere successo a prescindere da un efficace intervento del sistema immunitario. Una cura per essere efficace deve stimolare le forze curative del corpo, che in primo luogo riposano sul sistema immunitario, il nostro “Guaritore Interno” (“Dovrebbe restare un segreto, ma io ve lo dico ugualmente. Noi dottori non facciamo nulla. Noi soltanto aiutiamo e incoraggiamo il dottore interno”- dott. Albert Schweitzer).
L’aloe svolge un’azione notevolmente stimolante e rafforzativa nei confronti del sistema immunitario.
In particolar modo gli antrachinoni Aloina A (Aloctin A, Alo-A) e Aloina B (o Barbaloina), che sono presenti nella parte esterna della foglia e che dimostrano proprietà lassative, battericide e anti-infiammatorie, inducono un aumento del numero e dell’attività dei linfociti T citotossici e dei Natural Killers (Ken’ichi I. (15)).
Al mucopolisaccaride Acemannano, sostanza “ immunomodulante ad azione antivirale” (Index Merck) presente nelle foglie di aloe, si riconosce un potente effetto di stimolazione del sistema immunitario, con attivazione dei macrofagi e conseguente produzione di citochine. Importanti studi confermano che l’Acemannano è efficace contro il virus HIV anche in persone contemporaneamente trattate con AZT (R. Romiti (25)).
E’ interessante notare che l’acemannano è finora stato riscontrato soltanto nell’aloe, nel ginseng, nei funghi shiitake, nella polvere di cartilagine di squalo, nell’astragalo e nell’eleuterococco, tutte sostanze anticancro, adattogene e anti-mutagene.
Il polisaccaride Aloemannano ha la capacità di indurre risposta immunitaria da parte dei linfociti T gamma-delta di cui sono ricche le 150 stazioni linfonodali dell’intestino “con successiva induzione di cascata immunitaria “ (G. Nacci (19)).
Il Comitato Scientifico Associazione A.M.A., sotto la supervisione del dott. Paolo Giordo ha effettuato dei test terapeutici somministrando ad un gruppo di volontari un cucchiaio da minestra di Aloe Arborescens, frullato secondo la ricetta di Padre Romano Zago, per 3 volte al dì per 25 giorni. Dopo una pausa di 4 giorni la dose è stata raddoppiata per altri 25 giorni.
Gli esami di laboratorio sono stati svolti presso il Laboratorio G.A.M.M.A. di Grosseto e presso il Laboratorio di Analisi “Fleming Labs” di Brescia.
Il risultato delle analisi ha confermato un incremento dei linfociti T Natural Killers, dei linfociti B totali (implicati nella risposta immunitaria) e una marcata riduzione della proteina C reattiva (PCR), indice di incremento dell’immunità umorale (A.M.A. (3)).
In un altro test su volontari sia sani che affetti da cancro a vari livelli, cui era stato somministrato il frullato a base di aloe , eseguito dallo stesso gruppo di studio dell’A.M.A., è stata riscontrata una diminuzione del 10% circa dei radicali liberi (unanimemente riconosciuti come potenzialmente cancerogeni) e un aumento significativo dei gruppi tiolitici (ricordiamo che “thio” in greco significa zolfo) e di difesa immunitaria (ricordiamo che l’esaurimento dei gruppi tiolitici è stato messo in relazione ad una più elevata predisposizione al cancro (Alix – 13). Vedi anche quanto detto in questo lavoro circa l’anello tiofenico e i composti dello zolfo, nel capitolo “Ascorbato di potassio: il Signore degli Anelli”).
Il risultato è particolarmente importante perché si è evidenziato come ad una riduzione dei fattori aggressivi (radicali liberi) sia corrisposto anche un aumento della barriera difensiva, con un’azione sinergica estremamente efficace nel contrastare le patologie. In particolar modo nei pazienti oncologici si è rilevata una diminuzione media di poco più del 4% dei radicali liberi (-9,7% nei volontari sani) e un aumento delle difese anti-ossidanti ben del 15,5% (+ 8% nei volontari sani) (A.M.A. (3)).
In bibliografia riporto inoltre studi effettuati in Giappone su altri componenti del gel dell’aloe, cioè la lecitina ATF1011, che ha la proprietà di legarsi alla superficie delle cellule tumorali e di far scatenare i linfociti citotossici contro di esse (R. Yoshimoto (31)), e la lecitina Alexin B che è stata riscontrata attiva nei confronti della leucemia linfocitica (I. Suzuky (30bis)).
La conclusione è che l’Aloe non solo abbassa il rischio di degenerazioni cancerogene, ma aumenta anche le difese immunitarie ed è perfino in grado di “mostrare” a queste ultime il nemico da attaccare! (un po’ come fa la fanteria negli eserciti moderni, che “illumina” il bersaglio con speciali raggi laser in modo che i missili a guida laser lanciati da aerei e elicotteri possano riconoscerli e dirigersi automaticamente su di essi).