TESI - cap. 2.15 Note
Nota *1) – Risultati clamorosi sono stati riferiti anche in merito all’istillazione negli occhi di gel di aloe (meglio se Chinensis) diluito al 50% in acqua distillata, ottenendo la completa remissione di altrimenti incurabili e proliferative macchie nel campo visivo (A.M.A., bollettino N° 03/2003), dovute sia alla degenerazione della retina che alla cataratta.
Per quanto possano apparire incredibili tali risultati, essi sono ben documentati e combaciano perfettamente con gli studi del grande medico russo Filatov (5 e 6), primo scopritore delle tecniche di trapianto della cornea (cheratoplastica). Egli usava l’aloe per “rigenerare” la cornea dei pazienti, stimolandone una nuova crescita!
Nota *2) – I benefici dell’ipertermia sono noti: la febbre aumenta enormemente l’attività di numerosi enzimi utilizzati come armi dal sistema immunitario, mentre alcuni agenti patogeni non sopravvivono oltre i 40° o a tale temperatura perdono gran parte della propria virulenza. Inoltre la vasodilatazione e l’accelerazione dei battiti cardiaci aumentano il ricambio di sangue ossigenato e l’afflusso di agenti del sistema immunitario nei tessuti e negli organi.
Ne risulta una più elevata capacità di guarigione in presenza di febbre.
Ovviamente la corrente pratica medica, che considera la febbre alla stregua di una malattia da combattere, confondendo le cause con gli effetti e gli “amici” con i “nemici”, quando abbassa artificialmente la febbre mediante potenti farmaci non fa che prolungare ed aggravare la malattia rendendo più lunga e difficile l’opera di guarigione a carico del corpo. Eliminando la febbre alla fine si guarisce lo stesso (“nonostante le cure del medico”, verrebbe da dire), ma in tempi più lunghi, con maggiori sofferenze e spesso in modo imperfetto.
Una forte febbre è molto utile anche in caso di cancro: le cellule cancerose soffrono molto di più di quelle sane alle alte temperature, e cominciano a morire già a 41° (effetto LeVeen), mentre a 44° muoiono praticamente tutte. Le cellule sane invece cominciano a morire a 43°, ma in parte resistono fin oltre i 45°. Inoltre a parità di condizioni le cellule cancerose tendono a riscaldarsi di più di quelle sane, ed hanno maggiori difficoltà a smaltire il calore in eccesso. Tali caratteristiche vengono sfruttate da una particolare terapia, l’ipertermia, che consiste nel portare tutto il corpo a temperature elevate, cercando anche con ogni mezzo di concentrare il calore selettivamente all’interno dei tumori (22bis), non esitando ad usare le microonde con frequenze che selettivamente colpiscono più le cellule cancerose che quelle sane.